SNCF sbarca in Italia: il TGV in concorrenza diretta con Frecciarossa e Italo


FLRprt

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@FLRprt molto interessante, ma essendo digiuno in materia ti devo chiedere, nell'ordine:
- cosa sono le ritirate?
- cos'è l'intercomunicante?

Grazie.
La risposta di Cesare Calvi è esatta.
Posso aggiungere che il termine "ritirata" è quello buroferroviario utilizzato dagli inizi del secolo scorso per le toilette sui treni, che all'inizio non erano proprio dei bagni extralusso, anzi ... Il sistema a scarico diretto, semplice ma antiigienico quanto mai, è poi stato abbandonato per lo scarico a cassone chiuso, come negli aerei: i primi passi sono venuti dal nord Europa, dove lo il tubo di scarico diretto era soggetto a congelamento (quindi non funzionante, con le conseguenze del caso), poi con lo sviluppo dell'alta velocità la pratica si è estesa. già a 160 km/h il rischio di colpi di pressione nel tubo di scarico -ingresso in galleria, incrocio con altro treno in linea- potevano comportare conseguenze immaginabili di "ritorni di fiamma", chiamiamoli così ... uno schifo!
L'intercomunicante serve per passare da un veicolo ad un altro. All'origine, il passaggio era addirittura esterno: aprivi la porta, poggiavi i piedi su un predellino che correva in basso lungo la fiancata da una estremità all'altra del vagone e ti reggevi ai corrimani scorrendo sulla fiancata del vagone faccia alla parete, tipo geco ... Alla faccia della sicurezza! La struttura di un intercomunicante di per sé è semplice: una porta di estremità con una pedana abbattibile che cade sulla pedana dell'altro vagone, senza lasciare soluzione di continuità; i mantici di copertura servivano a proteggere il passaggio dalle intemperie e per chiudere lo spazio laterale del passaggio. Poichè i mantici erano pesanti da manovrare e costosi da mantenere (tela impermeabilizzata, che prima o poi andava sostituita) dagli anni '50 i mantici sono stati sostituiti con i cosiddetti bourrelets: cilindri cavi di gomma che si schiacciavano l'un contro l'altro garantendo la chiusura e l'impermeabilità del passaggio senza bisogno di manovre di aggancio e sgancio. Tutto bene, ma ... i bourrelets non hanno tenuta a pressione. E siamo ritornati ai mantici in versione 2.0 -semirigida- che garantiscono tenuta a pressione e climatizzazione del passaggio, ma con strutture costose e alquanto complicate. Googlando si trovano foto in quantità.
Chiedo scusa se ho usato termini tecnici non consueti: per me lo sono, ma ho l'età per usufruire degli sconti anziani. E mi dimentico che non tutti possono avere ancoora avuto le mie esperienze ...
 

Seaking

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La risposta di Cesare Calvi è esatta.
Posso aggiungere che il termine "ritirata" è quello buroferroviario utilizzato dagli inizi del secolo scorso per le toilette sui treni, che all'inizio non erano proprio dei bagni extralusso, anzi ... Il sistema a scarico diretto, semplice ma antiigienico quanto mai, è poi stato abbandonato per lo scarico a cassone chiuso, come negli aerei: i primi passi sono venuti dal nord Europa, dove lo il tubo di scarico diretto era soggetto a congelamento (quindi non funzionante, con le conseguenze del caso), poi con lo sviluppo dell'alta velocità la pratica si è estesa. già a 160 km/h il rischio di colpi di pressione nel tubo di scarico -ingresso in galleria, incrocio con altro treno in linea- potevano comportare conseguenze immaginabili di "ritorni di fiamma", chiamiamoli così ... uno schifo!
L'intercomunicante serve per passare da un veicolo ad un altro. All'origine, il passaggio era addirittura esterno: aprivi la porta, poggiavi i piedi su un predellino che correva in basso lungo la fiancata da una estremità all'altra del vagone e ti reggevi ai corrimani scorrendo sulla fiancata del vagone faccia alla parete, tipo geco ... Alla faccia della sicurezza! La struttura di un intercomunicante di per sé è semplice: una porta di estremità con una pedana abbattibile che cade sulla pedana dell'altro vagone, senza lasciare soluzione di continuità; i mantici di copertura servivano a proteggere il passaggio dalle intemperie e per chiudere lo spazio laterale del passaggio. Poichè i mantici erano pesanti da manovrare e costosi da mantenere (tela impermeabilizzata, che prima o poi andava sostituita) dagli anni '50 i mantici sono stati sostituiti con i cosiddetti bourrelets: cilindri cavi di gomma che si schiacciavano l'un contro l'altro garantendo la chiusura e l'impermeabilità del passaggio senza bisogno di manovre di aggancio e sgancio. Tutto bene, ma ... i bourrelets non hanno tenuta a pressione. E siamo ritornati ai mantici in versione 2.0 -semirigida- che garantiscono tenuta a pressione e climatizzazione del passaggio, ma con strutture costose e alquanto complicate. Googlando si trovano foto in quantità.
Chiedo scusa se ho usato termini tecnici non consueti: per me lo sono, ma ho l'età per usufruire degli sconti anziani. E mi dimentico che non tutti possono avere ancoora avuto le mie esperienze ...
Sempre molto interessante!
Comunque io sono vecchio abbastanza da ricordarmi lo scarico del WC direttamente sui binari: tiravi lo sciacquone, si apriva la botola e vedevi le traversine scorrere via veloci... pensate ai poveri operai manutentori quando dovevano intervenire sulla linea...
 

salva86

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Sempre molto interessante!
Comunque io sono vecchio abbastanza da ricordarmi lo scarico del WC direttamente sui binari: tiravi lo sciacquone, si apriva la botola e vedevi le traversine scorrere via veloci... pensate ai poveri operai manutentori quando dovevano intervenire sulla linea...
In Thailandia funziona ancora così 😅 Non solo, spesso i bagni vengono usati anche quando fermi in stazione, sai che spettacolo
 

Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Aggiornamento: il TGV-M che SNFC utilizzerà per entrare in concorrenza sul mercato Italiano dell' alta velocità sta facendo passi avanti, è iniziata la fase di test in vista della richiesta di omologazione del treno, nel frattempo sono inziate in Francia anche le attività per l'adattamento delle officine e centri di manutenzione per l'entrata in servizio del nuovo treno.

Ferrovie: Il TGV-M, sfidante del Frecciarossa 1000, fa passi avanti verso il servizio



Il TGV M, il futuro TGV INOUI, della gamma Avelia Horizon di Alstom, sta entrando in una nuova fase di test.
Ordinato da SNCF Voyageurs in 115 convogli per un costo di circa 3,5 miliardi di euro, rappresenta la quinta generazione di TGV e la realizzazione di uno storico progetto industriale e di innovazione tra SNCF Voyageurs e il designer e produttore francese Alstom.

I primi treni circoleranno nel 2025 sulla linea Parigi - Lione - Marsiglia.
A dicembre 2022 sono iniziati i test di pre-validazione presso il sito di Velim, in Repubblica Ceca.
Su questo circuito chiuso l'obiettivo è stato quello di convalidare per la prima volta il funzionamento complessivo del treno a velocità fino a 200 km/h.
Nel marzo 2023, il futuro treno ad alta velocità INOUI si è recato a Vienna per i test climatici.
Queste prove hanno permesso di testare il futuro treno a temperature estreme (tra -20°C e +40°C).
Esse sono fondamentali nell’attuale contesto di cambiamento climatico, poiché consentiranno di valutare l’efficienza energetica del futuro INOUI TGV.

La resistenza del treno ai vincoli climatici contribuirà attivamente all'obiettivo di ridurre del 20% il consumo energetico del futuro treno AV.
Da giugno 2023, i test di pre-convalida si sono spostati sulla rete ferroviaria nazionale francese (Réseau Ferré National).
Dureranno fino a dicembre 2023 e consistono nel testare e, se necessario, adattare il funzionamento dei treni, che viaggiano a velocità fino a 320 km/h.
A questo scopo vengono utilizzati due treni:
Il primo treno è in circolazione da giugno 2023, per valutare e validare le funzioni di manovra e raccogliere energia tramite pantografo, in trazione e frenatura.
È questo il treno che ha viaggiato per la prima volta alla massima velocità commerciale di 320 km/h, il 14 settembre 2023 alle 15:47.
Nell’ottobre 2023 i test di pre-convalida subiranno un’accelerazione con le prime corse di un secondo treno.
Ciò consentirà di convalidare tutte le attrezzature di sicurezza del treno.

Questo nuovo treno di prova è rivestito con due livree speciali (a ciascuna estremità del treno), disegnate rispettivamente dallo staff di SNCF Voyageurs e Alstom, e sarà visibile sulla linea ad alta velocità Sud Europe Atlantique fino a metà novembre.
Durante tutto questo periodo, tra i 25 e i 30 tecnici e ingegneri saranno a bordo per formare il team di prova dei treni: esperti dei team Rolling Stock Engineering e Alstom di SNCF Voyageurs, macchinisti, ecc.
Da gennaio a luglio 2024 verranno effettuate le prove di ammissione che consistono nel testare il funzionamento del convoglio riproducendo le configurazioni e i contesti che potrà incontrare nel corso della vita reale (unità singola, unità multiple, modalità degradate, condizioni meteorologiche, punti speciali della rete, ecc.).
Saranno condotti da un ente accreditato sulla rete ferroviaria nazionale francese, con velocità fino a 320 km/h.
Le prove di ammissione serviranno per ricevere l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio rilasciata dall'ERA (Agenzia Ferroviaria Europea).


Infine, dall’autunno 2024, per un lungo periodo prima dell’inizio del servizio commerciale, diversi convogli circoleranno lungo la rete nell’ambito dei test pre-operativi.
Questi valuteranno l'affidabilità del treno nelle condizioni operative. Verranno testate tutte le funzionalità, in particolare quelle relative al comfort dei passeggeri.
Questi test, che saranno condotti sui primi 4 treni di serie, saranno anche l'occasione per macchinisti e conduttori di familiarizzare con il nuovo treno e le sue innovazioni.
Al termine di tutti questi test, il futuro INOUI TGV avrà beneficiato di 350 settimane di test cumulativi e avrà percorso più di un milione di chilometri prima che il primo cliente sperimenti il treno ad alta velocità SNCF Voyageurs di domani.
SNCF Voyageurs ha avviato un importante programma di modernizzazione dei suoi centri di manutenzione per accogliere il futuro INOUI TGV.

Questo lavoro prevede l’adeguamento delle strutture di manutenzione per renderle compatibili con il futuro treno, ad esempio installando banchi automatizzati in grado di controllare diverse centinaia di pezzi in pochi secondi.
Anche l'aspetto ecologico è molto presente in questi investimenti e vengono incoraggiate soluzioni ottimali dal punto di vista energetico.
Il "Technicentre Sud Est Européen" (TSEE), che ha accolto i primi TGV nel 1981, sarà il primo ad accogliere anche il futuro INOUI TGV.
Con i suoi 850 dipendenti, manutiene quasi un quarto dei TGV SNCF Voyageurs che circolano in Francia, Italia, Svizzera, Spagna e Germania.
Il progetto di ammodernamento prevede un investimento di quasi 300 milioni di euro (dal 2023 al 2027) e rappresenta lo standard per una nuova generazione di centri tecnici di manutenzione per SNCF Voyageurs, più moderni, più connessi, ma anche più ecologici, come il TGV M.
Sara anche più rispettoso dell'ambiente, poiché il 64% degli edifici TSEE sarà riscaldato da energie rinnovabili e 4.000 m² di pannelli fotovoltaici copriranno il futuro tetto del parcheggio del Technicentre.

Il TSEE sarà inoltre integrato nel suo quartiere creando un corridoio di biodiversità tra il Bois de Vincennes e la Senna, a Parigi.
La prima fase del lavoro TSEE 4.0 si è concentrata sull'adattamento dell'officina a 2 binari, che potrà ospitare il futuro INOUI TGV a partire da luglio 2023.
Per questa fase, Alstom ha fornito la sua esperienza a SNCF Voyageurs per tenere conto delle caratteristiche specifiche del futuro INOUI TGV.
Il futuro INOUI TGV promette di inaugurare una nuova era nella manutenzione dei TGV.
Si tratterà di un convoglio comunicante che fornirà accesso remoto permanente ai dati tecnici e informazioni chiare sullo stato di ciascuno dei suoi componenti.
Ciò consentirà di pianificare gli interventi di manutenzione in base allo stato reale dei componenti e di anticipare i guasti alle porte, al condizionamento e, più in generale, a tutti i sistemi che contribuiscono alla circolazione dei treni e al comfort dei passeggeri.

Anche la professione di manutenzione dei TGV cambierà con l’arrivo dei futuri TGV INOUI.
La vita quotidiana dei tecnici cambierà, poiché si troveranno letteralmente a parlare con un treno, in grado di spiegare i suoi problemi.
La loro diagnosi sarà più dettagliata e precisa. E l'organizzazione del lavoro sarà facilitata perché sarà possibile, grazie all'analisi dei dati, anticipare il trattamento di un convoglio in tutti i suoi aspetti: strumenti, compiti da svolgere, tempi di intervento necessari.
Per realizzare le innovazioni industriali associate a questo nuovo progetto TGV, Alstom ha introdotto nuovi processi industriali.
Presso il sito Alstom di La Rochelle è stato sviluppato un laboratorio di prova denominato “TrainLab”: lì viene effettuata la validazione funzionale del treno tramite un “gemello digitale”, senza richiedere la validazione sul treno reale.
Questo laboratorio permette di anticipare la validazione del treno funzionale (funzionamento delle porte, climatizzazione, ecc.).

 
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FLRprt

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I primi treni circoleranno nel 2025 sulla linea Parigi - Lione - Marsiglia.

In Italia, allora, se va bene li vedremo nel 2026 (Modo AviAROMA on: stay alive, my horse, that the grass is growing).
Nell'articolo, quasi tutto incentrato nella parte manutenzione, manca una informazione importantissima: 'sto treno che omologazioni avrà oltre a quella francese? E di conseguenza, quali apparecchiature di sicurezza nazionali dovrà montare visto che l'ERTMS procede pian pianino? Sono passati i tempi dei primi TEE quando le ALn 442/448 Breda andavano in Svizzera Francia Austria Germania senza nessun sistema di sicurezza a bordo.
 

Cesare.Caldi

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Infatti l'ingresso in Italia si SNCF è previsto proprio nel 2026.
Penso che il lotto di treni TGV-M che saranno destinati ad operare in Italia sulla dorsale AV verranno equipaggiati con ERTMS.
 

enryb

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Immagino dovrà montare anche SCMT, sia per i nodi sia per eventuali deviazioni su linea storica

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I-DADO

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Infatti l'ingresso in Italia si SNCF è previsto proprio nel 2026.
Penso che il lotto di treni TGV-M che saranno destinati ad operare in Italia sulla dorsale AV verranno equipaggiati con ERTMS.
Serizio commerciale 2027 Milano-Parigi, immagino dall'anno successivo tratte nazionali su Venezia e Roma.

2025 e 2026 penso lo vedremo per l'omologazione su RFI ma senza passeggeri a bordo.
 

FLRprt

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Infatti l'ingresso in Italia si SNCF è previsto proprio nel 2026.
Penso che il lotto di treni TGV-M che saranno destinati ad operare in Italia sulla dorsale AV verranno equipaggiati con ERTMS.
Come ha scritto enryb, dovrà montare SCMT (sistema sicurezza nazionale italiano) per circolare in Italia visto che l'attrezzaggio ERTMS per ora esclude i nodi e quasi tutte le tratte non AV. Ma dovrà montare anche i vari sistemi nazionali (p.er ZUB per Svizzera, TVM per Francia, PZB/LZB per Germania eccetra) per poter circolare sulla relative reti -altrimenti il materiale può circolare solo trainato come trasporto eccezionale-. l'ERTMS è nato proprio per avere un unico sistema di sicurezza comune che superasse tutti i singoli sistemi nazionali; ma la sostituzione dei sistemi nazionali con l'ERTMS non è cosa da schioccar le dita e voilà, fatto. C'è da attrezzare le linee (ed interfacciare gli apparati di sicurezza che comandano gli scambi) ed il materiale rotabile (locomotive, EMU/DMU, vetture pilota); per attrezzare una linea nuova si fa alla svelta, per convertire una linea già in esercizio è tutto un altro discorso. La DD Firenze-Roma ad oggi è stata convertita in ERTMS da Firenze Rovezzano a 1° bivio Orvieto Sud (se ci viaggiate, vedrete che non ci sono più i segnali luminosi) mentre il completamento fino a Settebagni avverrà nel settembre 2024. La conseguenza è che ora sulla Firenze-Roma i treni non attrezzati con le apparecchiature di bordo ERTMS non possono più circolare sulle tratte attivate. E il materiale rotabile nuovo, come i TGV-M, dovranno per ora montare l'ERTMS più un tot di sistemi nazionali, a seconda di dove si vuol far circolare il treno: insoma c'è da trovare spazio a bordo per le apparecchiature che dovranno essere interfacciate con i sistemi di bordo. Mica semplice.
 

FLRprt

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Riparte ... TGV da Milano Centrale fino a Oulx, trasbordo su bus (mi veniva da scrivere corriera o torpedone) fino a St. Jean de Maurienne e TGV da lì a Parigi. O viceversa.
La riapertura della linea in questo momento non ha una data certa; la situazione della parete rocciosa da cui è venuta giù la frana sembra ancora molto difficile.
 
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East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Riparte ... TGV da Milano Centrale fino a Oulx, trasbordo su bus (mi veniva da scrivere corriera o torpedone) fino a St. Jean de Maurienne e TGV da lì a Parigi. O viceversa.
La riapertura della linea in questo momento non ha una data certa; la situazione della parete rocciosa da cui è venuta giù la frana sembra ancora molto difficile.
Mah...mi sembra poco appealing...ma resta un'opzione e meglio di nulla; piuttosto, lato frana (di cui non conosco le caratteristiche in atto e geologiche), far saltare tutto in aria come si fa con le possibili slavine/valanghe non e' fattibile?
 

FLRprt

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Da quello che ho letto, sembra di no: non è una frana localizzata, ma tutto un versante che è instabile. Ci avevano costruito una galleria artificiale, che non è bastata; e non hanno ancora valutato le condizioni della galleria dopo la frana perché roppo pericoloso. Se poi la galleria artificiale avesse problemi, aiuto.
 
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Cesare.Caldi

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Treni ad alta velocità, cosa cambia con l’arrivo di Sncf. Tariffe in calo e perdite: l’esempio spagnolo
di Leonard Berberi

Nel 2023 gli spagnoli di Renfe, i francesi di Sncf e gli italiani di Trenitalia hanno chiuso con quasi 190 milioni di euro di perdite per il crollo delle tariffe. E nel 2026 in Italia Sncf sfiderà i Frecciarossa e Italo

La liberalizzazione dell’alta velocità ferroviaria in Spagna ha visto le tariffe medie crollare fino a 25 euro e fatto registrare un boom di passeggeri. Ma la guerra dei prezzi ha avuto effetti negativi sui conti dei tre operatori, tutti chiusi con un rosso complessivo di quasi 187 milioni di euro, compresi quelli di Renfe — la società pubblica iberica — che non registrava perdite dalla sua creazione. È questa una prima analisi del Corriere dopo il primo, vero, anno di concorrenza diretta nel Paese sul segmento dei collegamenti veloci. È anche un test di mercato per l’Italia quando nel 2026 il duopolio dei Frecciarossa (di Trenitalia, gruppo Ferrovie dello Stato) e degli Evo di Italo (azienda privata) verrà disturbato dai Tgv-M, a due piani, del colosso pubblico francese Sncf.

Come funziona in Spagna
In Spagna il settore dell’alta velocità ferroviaria ha iniziato la sua liberalizzazione nel dicembre 2020. I primi concorrenti di Renfe — le ferrovie dello Stato iberiche — si sono affacciati nel maggio 2021 (Ouigo, di proprietà di Sncf) e novembre 2022 (Iryo) iniziando sulla rotta più remunerativa, la Madrid-Barcellona (un po’ la nostra Milano-Roma), per poi espandersi. Iryo è una società che utilizza i Frecciarossa ed è il «ramo» spagnolo di Trenitalia che ne possiede il 45% (assieme al 31% di Air Nostrum e al 24% di Globalvia).

Le statistiche nel 2023
Nel 2023 i treni ad alta velocità di Renfe, Iryo e Ouigo hanno trasportato più di 32,4 milioni di persone in Spagna, secondo i dati della Commissione nazionale dei mercati e della concorrenza (Cnmc), un balzo del 37% rispetto al 2022. E il boom si è registrato proprio «nei corridoi aperti alla concorrenza», si legge nel rapporto: 14 milioni hanno viaggiato tra Madrid e Barcellona, 5 milioni tra Madrid e Valencia, circa 4 milioni tra Madrid e Siviglia e Madrid e Malaga/Granada.

I prezzi l’anno passato
Un report della Commissione europea calcola che la liberalizzazione ferroviaria in Spagna ha portato a una discesa dei prezzi del 43% sulla linea Madrid-Barcellona (da 81 a 46 euro), del 33% sulla Madrid-Siviglia, del 24% sulla Madrid-Alicante e del 16% sulla Madrid-Malaga. L’ingresso di un rivale su una rotta ha fatto registrare un taglio «istantaneo» della tariffa del 28%. Ecco perché per far fronte alla forte concorrenza di francesi e italiani, Renfe ha creato una divisione low cost sui binari ad alta velocità chiamata «Avlo» che si è andata ad affiancare alla storica «Ave».

I numeri di Renfe
La concorrenza ha avvantaggiato i consumatori, decisamente meno gli operatori. Renfe Viajeros — la divisione del trasporto passeggeri che comprende anche l’alta velocità — ha registrato nel 2023 circa 65 milioni di euro di perdite. Secondo gli esperti consultati isolando la parte dell’alta velocità le perdite potrebbero essere state nell’ordine di 100-120 milioni. Il ricavo medio per viaggiatore è calato del 6,9%, «principalmente per la crescente concorrenza, che ha portato ad abbassare i prezzi dei biglietti per non perdere quote di mercato», si legge nel bilancio. Sui treni ad alta velocità di Renfe hanno viaggiato 21,8 milioni di persone.

I conti di Iryo
Conti in rosso anche per l’italo-spagnola Iryo. Nel 2023 ha chiuso con 79 milioni di euro di perdite e poco più di 6 milioni di passeggeri. I ricavi sono stati pari a 212 milioni di euro in quello che è stato il primo anno effettivo di attività dopo aver avviato le operazioni nel novembre 2022. Nel bilancio depositato Iryo — che ha scontato i costi di avvio, più alti degli altri nel 2023 — spiega che poco più della metà delle sue spese (51%) è rappresentata dai pedaggi ferroviari e un altro 10% dalla bolletta elettrica. Ad aprile gli azionisti hanno fatto un aumento di capitale da 44,7 milioni di euro, in aggiunta ai 34,2 milioni per ripianare le perdite. Quest’anno Iryo prevede di crescere arrivando a trasportare 7,5 milioni di persone.

Le performance di Ouigo
I treni a due piani di Ouigo, dell’operatore francese Sncf, hanno fatto registrare un rosso di 42,7 milioni di euro su 139 milioni di ricavi e 4,6 milioni di passeggeri: con una tariffa media di 30 euro è stata la società con i prezzi più bassi offerti l’anno passato in Spagna. La divisione iberica del gruppo transalpino nel suo bilancio ammette che la situazione concorrenziale sul mercato è «molto impegnativa a livello commerciale». E aggiunge che l’«arrivo di un terzo operatore (cioè Iryo, ndr) ha portato a una maggiore competizione e ha innescato una guerra dei prezzi».

La valutazione degli esperti
«Le perdite al momento non mi sorprendono più di tanto, sapevamo che sarebbe stato così in questa prima fase», spiega al Corriere il professore Oliviero Baccelli, economista dei trasporti all’Università Bocconi e direttore del master in Economia e management dei Trasporti nello stesso ateneo. «Quello spagnolo è un mercato regolato in modo diverso da quello italiano — sottolinea —: lì la concorrenza è stata consentita una decina di anni dopo che Renfe ha avviato l’alta velocità, con diversi paletti, mentre da noi il secondo operatore, Italo, è arrivato poco dopo all’ingresso dei Frecciarossa».

La particolarità iberica
«In Spagna il regolatore ha tolto a Renfe alcune tratte orarie sulle direttrici principali per darle a Iryo e Ouigo — ricorda Baccelli —. Ma allo stesso tempo i nuovi entranti hanno dovuto offrire quel servizio, senza possibilità di rimodulazioni, in un mercato locale che è stagionale, diversificato, competitivo». Questo non avviene sulle rotte non principali «dove c’è un meccanismo di maggiore flessibilità: per questo vediamo che Iryo, per esempio, viaggia solo in alcuni giorni, non in altri, su alcune direttrici».

Come sta andando il 2024
Secondo Cnmc nell’alta velocità Renfe Viajeros resta il principale operatore con quote di mercato che vanno dal 51 al 72% a seconda della tratta, nel secondo trimestre di quest’anno. Iryo oscilla tra il 23 e il 28%, Ouigo si attesta sul 25% e un 16% sulla Madrid-Barcellona. Quanto ai prezzi la riduzione è stata sensibile se si guarda alle tratte dove la concorrenza è iniziata da un anno: Madrid-Sevilla (-21% rispetto al 2023), Madrid-Malaga (-29%) e Madrid-Alicante (-16%). La tariffa media sulla Madrid-Valencia è stata di 31 euro, a Alicante di 40 euro, a Malaga de 48 euro e sulla Barcellona-Siviglia di 55 euro.

«Prezzi sottocosto»
Per Cnmc l’ingresso di nuovi operatori nel settore ferroviario spagnolo ha portato a prezzi operativi insostenibili, anche sottocosto. Il prezzo medio dell’alta velocità in Spagna per diversi periodi è di 25 euro. Sotto accusa sono finiti i francesi di Ouigo perché secondo gli spagnoli stanno facendo «dumping tariffario». Tanto che Oscar Puente, ministro dei Trasporti, ha puntato il dito proprio contro i francesi come causa principale delle perdite di Renfe.

Un freno alle liberalizzazioni?
Con questi numeri il ministero dei Trasporti spagnolo ha iniziato una sorta di «revisione» dell’iter che ha portato alla liberalizzazione dell’alta velocità ferroviaria nel Paese. E che sia in corso una sorta di «ripensamento» lo si deduce dal fatto — spiegano gli esperti spagnoli consultati — che Adif da tempo è pronto a lanciare una nuova tranche di liberalizzazioni su altre tratte (Galizia, Asturie, Cadice, Huelva) ma dal dicastero per ora frenano.

Le accuse a Parigi
Il ministro Puente, a dire il vero, ha anche accusato le autorità di Parigi di «mancata reciprocità» quando si tratta dello sbarco della società spagnola oltre i Pirenei. «A nessuno sfugge come la Francia stia ponendo tutta una serie di ostacoli per impedire che si avvii un vero processo di liberalizzazione del suo mercato». Renfe opera la Madrid-Marsiglia e Barcellona-Lione. Punta a espandersi per arrivare fino a Parigi ma tardano ad arrivare i via libera francesi all’utilizzo del treno di ultima generazione «Avril» realizzato da Talgo e acquistati ds Renfe.

In Italia e Francia
I transalpini, a sentire gli addetti ai lavori, sono quelli che stanno creando più problemi nell’apertura del proprio mercato ferroviario ad altri operatori. Il Frecciarossa di Trenitalia viaggia tra Parigi e Lione (in attesa del ripristino della linea fino a Milano). Presto arriverà un soggetto privato (Proxima). Intanto Sncf vuole muoversi sulle tratte domestiche in Italia. Per questo prevede lo sbarco nel 2026, sfidando sull’alta velocità sia Trenitalia, sia Italo e con l’obiettivo di raggiungere una quota di mercato del 15% entro il 2030.

Cosa succederà nel 2026
Nei piani iniziali di Sncf l’intenzione è di offrire nove collegamenti giornalieri (andata e ritorno) tra Torino, Milano, Roma e Napoli, altri quattro tra Torino e Venezia, con servizi anche a Brescia, Verona, Padova, Bologna e Firenze. Ma se la frequenza è ridotta, rispetto a Trenitalia e Italo, è la «macchina» utilizzata che secondo gli addetti ai lavoro giocherà un ruolo significativo: le tratte i francesi intendono operarle con il Tgv-M, in grado di toccare i 350 chilometri orari e soprattutto a due piani con all’interno 740 sedili. Il 62% più dei Frecciarossa 1000 (457 posti) e il 57% più degli Evo di Italo (472 poltrone).
Le strategie transalpine
«Al momento in Italia non possiamo dire che ci sia una vera competizione tra i due operatori», ragiona il professore Baccelli. «I prezzi sono molto simili anche se con servizi diversificati». E per il 2026? «Sncf, che probabilmente porterà i treni low cost di InOui, non andrà oltre il 10% della quota di mercato — prevede —. Entrerà con una logica low cost, con treni a due piani “densificati”, con una sola classe di viaggio, con economie di scala e semplificazione tariffaria, operando tratte brevi così da usare di più i treni e vendere più volte al giorno quello stesso sedile».

La competizione
Ma il mercato italiano può reggere con tre competitor? «Penso di sì — conclude Baccelli —. I margini di Italo sono molto interessanti, dove ci stanno due rivali se ne può aggiungere un terzo. Ma Sncf con InOui avrà un target fisso, cioè i viaggiatori low cost solo sulle tratte principali». Motivo per cui secondo il docente mentre in Spagna Renfe ha creato l’alta velocità a basso costo Avlo, «in Italia non mi aspetto che nei cinque anni successivi all’ingresso dei francesi Trenitalia metta in circolazione una versione low cost del Frecciarossa».

 

micheleforchini

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9 Gennaio 2010
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Treni ad alta velocità, cosa cambia con l’arrivo di Sncf. Tariffe in calo e perdite: l’esempio spagnolo
di Leonard Berberi

Nel 2023 gli spagnoli di Renfe, i francesi di Sncf e gli italiani di Trenitalia hanno chiuso con quasi 190 milioni di euro di perdite per il crollo delle tariffe. E nel 2026 in Italia Sncf sfiderà i Frecciarossa e Italo

La liberalizzazione dell’alta velocità ferroviaria in Spagna ha visto le tariffe medie crollare fino a 25 euro e fatto registrare un boom di passeggeri. Ma la guerra dei prezzi ha avuto effetti negativi sui conti dei tre operatori, tutti chiusi con un rosso complessivo di quasi 187 milioni di euro, compresi quelli di Renfe — la società pubblica iberica — che non registrava perdite dalla sua creazione. È questa una prima analisi del Corriere dopo il primo, vero, anno di concorrenza diretta nel Paese sul segmento dei collegamenti veloci. È anche un test di mercato per l’Italia quando nel 2026 il duopolio dei Frecciarossa (di Trenitalia, gruppo Ferrovie dello Stato) e degli Evo di Italo (azienda privata) verrà disturbato dai Tgv-M, a due piani, del colosso pubblico francese Sncf.

Come funziona in Spagna
In Spagna il settore dell’alta velocità ferroviaria ha iniziato la sua liberalizzazione nel dicembre 2020. I primi concorrenti di Renfe — le ferrovie dello Stato iberiche — si sono affacciati nel maggio 2021 (Ouigo, di proprietà di Sncf) e novembre 2022 (Iryo) iniziando sulla rotta più remunerativa, la Madrid-Barcellona (un po’ la nostra Milano-Roma), per poi espandersi. Iryo è una società che utilizza i Frecciarossa ed è il «ramo» spagnolo di Trenitalia che ne possiede il 45% (assieme al 31% di Air Nostrum e al 24% di Globalvia).

Le statistiche nel 2023
Nel 2023 i treni ad alta velocità di Renfe, Iryo e Ouigo hanno trasportato più di 32,4 milioni di persone in Spagna, secondo i dati della Commissione nazionale dei mercati e della concorrenza (Cnmc), un balzo del 37% rispetto al 2022. E il boom si è registrato proprio «nei corridoi aperti alla concorrenza», si legge nel rapporto: 14 milioni hanno viaggiato tra Madrid e Barcellona, 5 milioni tra Madrid e Valencia, circa 4 milioni tra Madrid e Siviglia e Madrid e Malaga/Granada.

I prezzi l’anno passato
Un report della Commissione europea calcola che la liberalizzazione ferroviaria in Spagna ha portato a una discesa dei prezzi del 43% sulla linea Madrid-Barcellona (da 81 a 46 euro), del 33% sulla Madrid-Siviglia, del 24% sulla Madrid-Alicante e del 16% sulla Madrid-Malaga. L’ingresso di un rivale su una rotta ha fatto registrare un taglio «istantaneo» della tariffa del 28%. Ecco perché per far fronte alla forte concorrenza di francesi e italiani, Renfe ha creato una divisione low cost sui binari ad alta velocità chiamata «Avlo» che si è andata ad affiancare alla storica «Ave».

I numeri di Renfe
La concorrenza ha avvantaggiato i consumatori, decisamente meno gli operatori. Renfe Viajeros — la divisione del trasporto passeggeri che comprende anche l’alta velocità — ha registrato nel 2023 circa 65 milioni di euro di perdite. Secondo gli esperti consultati isolando la parte dell’alta velocità le perdite potrebbero essere state nell’ordine di 100-120 milioni. Il ricavo medio per viaggiatore è calato del 6,9%, «principalmente per la crescente concorrenza, che ha portato ad abbassare i prezzi dei biglietti per non perdere quote di mercato», si legge nel bilancio. Sui treni ad alta velocità di Renfe hanno viaggiato 21,8 milioni di persone.

I conti di Iryo
Conti in rosso anche per l’italo-spagnola Iryo. Nel 2023 ha chiuso con 79 milioni di euro di perdite e poco più di 6 milioni di passeggeri. I ricavi sono stati pari a 212 milioni di euro in quello che è stato il primo anno effettivo di attività dopo aver avviato le operazioni nel novembre 2022. Nel bilancio depositato Iryo — che ha scontato i costi di avvio, più alti degli altri nel 2023 — spiega che poco più della metà delle sue spese (51%) è rappresentata dai pedaggi ferroviari e un altro 10% dalla bolletta elettrica. Ad aprile gli azionisti hanno fatto un aumento di capitale da 44,7 milioni di euro, in aggiunta ai 34,2 milioni per ripianare le perdite. Quest’anno Iryo prevede di crescere arrivando a trasportare 7,5 milioni di persone.

Le performance di Ouigo
I treni a due piani di Ouigo, dell’operatore francese Sncf, hanno fatto registrare un rosso di 42,7 milioni di euro su 139 milioni di ricavi e 4,6 milioni di passeggeri: con una tariffa media di 30 euro è stata la società con i prezzi più bassi offerti l’anno passato in Spagna. La divisione iberica del gruppo transalpino nel suo bilancio ammette che la situazione concorrenziale sul mercato è «molto impegnativa a livello commerciale». E aggiunge che l’«arrivo di un terzo operatore (cioè Iryo, ndr) ha portato a una maggiore competizione e ha innescato una guerra dei prezzi».

La valutazione degli esperti
«Le perdite al momento non mi sorprendono più di tanto, sapevamo che sarebbe stato così in questa prima fase», spiega al Corriere il professore Oliviero Baccelli, economista dei trasporti all’Università Bocconi e direttore del master in Economia e management dei Trasporti nello stesso ateneo. «Quello spagnolo è un mercato regolato in modo diverso da quello italiano — sottolinea —: lì la concorrenza è stata consentita una decina di anni dopo che Renfe ha avviato l’alta velocità, con diversi paletti, mentre da noi il secondo operatore, Italo, è arrivato poco dopo all’ingresso dei Frecciarossa».

La particolarità iberica
«In Spagna il regolatore ha tolto a Renfe alcune tratte orarie sulle direttrici principali per darle a Iryo e Ouigo — ricorda Baccelli —. Ma allo stesso tempo i nuovi entranti hanno dovuto offrire quel servizio, senza possibilità di rimodulazioni, in un mercato locale che è stagionale, diversificato, competitivo». Questo non avviene sulle rotte non principali «dove c’è un meccanismo di maggiore flessibilità: per questo vediamo che Iryo, per esempio, viaggia solo in alcuni giorni, non in altri, su alcune direttrici».

Come sta andando il 2024
Secondo Cnmc nell’alta velocità Renfe Viajeros resta il principale operatore con quote di mercato che vanno dal 51 al 72% a seconda della tratta, nel secondo trimestre di quest’anno. Iryo oscilla tra il 23 e il 28%, Ouigo si attesta sul 25% e un 16% sulla Madrid-Barcellona. Quanto ai prezzi la riduzione è stata sensibile se si guarda alle tratte dove la concorrenza è iniziata da un anno: Madrid-Sevilla (-21% rispetto al 2023), Madrid-Malaga (-29%) e Madrid-Alicante (-16%). La tariffa media sulla Madrid-Valencia è stata di 31 euro, a Alicante di 40 euro, a Malaga de 48 euro e sulla Barcellona-Siviglia di 55 euro.

«Prezzi sottocosto»
Per Cnmc l’ingresso di nuovi operatori nel settore ferroviario spagnolo ha portato a prezzi operativi insostenibili, anche sottocosto. Il prezzo medio dell’alta velocità in Spagna per diversi periodi è di 25 euro. Sotto accusa sono finiti i francesi di Ouigo perché secondo gli spagnoli stanno facendo «dumping tariffario». Tanto che Oscar Puente, ministro dei Trasporti, ha puntato il dito proprio contro i francesi come causa principale delle perdite di Renfe.

Un freno alle liberalizzazioni?
Con questi numeri il ministero dei Trasporti spagnolo ha iniziato una sorta di «revisione» dell’iter che ha portato alla liberalizzazione dell’alta velocità ferroviaria nel Paese. E che sia in corso una sorta di «ripensamento» lo si deduce dal fatto — spiegano gli esperti spagnoli consultati — che Adif da tempo è pronto a lanciare una nuova tranche di liberalizzazioni su altre tratte (Galizia, Asturie, Cadice, Huelva) ma dal dicastero per ora frenano.

Le accuse a Parigi
Il ministro Puente, a dire il vero, ha anche accusato le autorità di Parigi di «mancata reciprocità» quando si tratta dello sbarco della società spagnola oltre i Pirenei. «A nessuno sfugge come la Francia stia ponendo tutta una serie di ostacoli per impedire che si avvii un vero processo di liberalizzazione del suo mercato». Renfe opera la Madrid-Marsiglia e Barcellona-Lione. Punta a espandersi per arrivare fino a Parigi ma tardano ad arrivare i via libera francesi all’utilizzo del treno di ultima generazione «Avril» realizzato da Talgo e acquistati ds Renfe.

In Italia e Francia
I transalpini, a sentire gli addetti ai lavori, sono quelli che stanno creando più problemi nell’apertura del proprio mercato ferroviario ad altri operatori. Il Frecciarossa di Trenitalia viaggia tra Parigi e Lione (in attesa del ripristino della linea fino a Milano). Presto arriverà un soggetto privato (Proxima). Intanto Sncf vuole muoversi sulle tratte domestiche in Italia. Per questo prevede lo sbarco nel 2026, sfidando sull’alta velocità sia Trenitalia, sia Italo e con l’obiettivo di raggiungere una quota di mercato del 15% entro il 2030.

Cosa succederà nel 2026
Nei piani iniziali di Sncf l’intenzione è di offrire nove collegamenti giornalieri (andata e ritorno) tra Torino, Milano, Roma e Napoli, altri quattro tra Torino e Venezia, con servizi anche a Brescia, Verona, Padova, Bologna e Firenze. Ma se la frequenza è ridotta, rispetto a Trenitalia e Italo, è la «macchina» utilizzata che secondo gli addetti ai lavoro giocherà un ruolo significativo: le tratte i francesi intendono operarle con il Tgv-M, in grado di toccare i 350 chilometri orari e soprattutto a due piani con all’interno 740 sedili. Il 62% più dei Frecciarossa 1000 (457 posti) e il 57% più degli Evo di Italo (472 poltrone).
Le strategie transalpine
«Al momento in Italia non possiamo dire che ci sia una vera competizione tra i due operatori», ragiona il professore Baccelli. «I prezzi sono molto simili anche se con servizi diversificati». E per il 2026? «Sncf, che probabilmente porterà i treni low cost di InOui, non andrà oltre il 10% della quota di mercato — prevede —. Entrerà con una logica low cost, con treni a due piani “densificati”, con una sola classe di viaggio, con economie di scala e semplificazione tariffaria, operando tratte brevi così da usare di più i treni e vendere più volte al giorno quello stesso sedile».

La competizione
Ma il mercato italiano può reggere con tre competitor? «Penso di sì — conclude Baccelli —. I margini di Italo sono molto interessanti, dove ci stanno due rivali se ne può aggiungere un terzo. Ma Sncf con InOui avrà un target fisso, cioè i viaggiatori low cost solo sulle tratte principali». Motivo per cui secondo il docente mentre in Spagna Renfe ha creato l’alta velocità a basso costo Avlo, «in Italia non mi aspetto che nei cinque anni successivi all’ingresso dei francesi Trenitalia metta in circolazione una versione low cost del Frecciarossa».

Certo che paragonare l'Italia alla Spagna... solo gli abitanti sono 11M in più, con un tasso di densità più che doppio (per l'Italia). Anche a livello turistico alcune delle principali mete spagnole (ovvero quelle che fanno i numeri veri) si trovano su isole.

Comunque prezzi più bassi tra Roma e Milano (e più in generale su tutta la rete) renderanno ancora più conveniente lo spostamento in treno, alzando i flussi.

Sempre che qualche operaio non si metta a inchiodare a caso fili elettrici 😬
 

indaco1

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30 Settembre 2007
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Se la capacita' sulla dorsale principale e' una risorsa scarsa, il prezzo dipendera' anche dalla vecchia legge della domanda e dell'offerta.
Possono arrivare tutti gli operatori europei, ma se la rete italiana è al limite del collasso sai che guadagno per i viaggiatori.
L'aritmetica conta.

Due razionali per capire cosa cambia.

I TGV M a due piani lunghi 200m circa portano 740 pax.

Gli ETR1000 in configurazione a 4 classi (quindi ben diversa dalla precedente) negli stessi 200m trasportano, incollo da Wikipedia, 457 pax (Executive, 10; Business, 69; Premium, 76; Standard, 300; and wheelchair, 2)

I franzesi pensano di portare il 20-25% di pax in piu' nelle stesse tracce, e farli pagare il 20% in meno diventando cosi' leader di prezzo.

Quindi che la rete faccia schifo o sia capace o incapace, quel 25% in piu' di capacita' conta e contera'.

Pero' ci sono altri fattori competitivi, gli AV a due piani sono necessariamente push-pull per motivi tecnici, meno confortevoli ecc. quindi probabilmente un Freecciarossa ultima generazione e' piu' comodo, e' piu' premium, e anche piu' veloce ma se ormai i treni sono accodati per la saturazione della rete, la linea e' omotachica, vanno tutti veloci uguali, allora dei muscoli in piu' non se ne fa niente salvo recuperare qualche ritardo quando non c''e nessuno davanti.

Poi le stazioni LP sono lunghe 400m, io mi aspetterei di incominciare a vedere sempre piu' composizioni doppie 200+200m soprattutto da parte di chi non usa i treni a due piani e solo cosi' puo' infilare piu' treni nelle stesse tracce.

Ovviamente questa e' l'analisi di un sempliciotto, ma cone dicevo l'aritmetica conta.

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