Fiumicino, l'amianto in procura
Il caso dello smaltimento del materiale cancerogeno dai mezzi Alitalia, denunciato dall'Espresso, al centro di due esposti diretti ai magistrati di Roma e Torino. Dovranno accertare le responsabilità penali della mancata bonifica
Il caso degli aerei all'amianto fermi a Fiumicino arriva alle procure di Roma e Torino attraverso un esposto di alcuni ex dipendenti Alitalia. Nei giorni scorsi sono state depositate due distinte denunce per chiedere chiarezza ed evidenziare eventuali responsabilità penali su quanto sta succedendo allo scalo romano dove sono stati parcheggiati nove Md80 con sospette parti di amianto, e mai sottoposti a bonifica, come denunciato il 20 febbraio scorso dall'Espresso, portando a un'interrogazione del Parlamento regionale del Lazio.
I lavori di smantellamento, commissionati dall'americana Pennant Aviation Service (proprietaria di almeno 5 aerei), secondo quanto riferisce l'Enac, si erano fermati all'inizio dell'anno scorso ma inaspettatamente la completa distruzione è ripresa due settimane fa ed è eseguita materialmente dalla DIIM Lorusso Demolizioni di Rescaldina (MI).
L'esposto presentato da cinque ex dipendenti della compagnia di bandiera facenti parte di altrettante sigle sindacali o associazioni (Avia, Ipa, Up, Usb, Fast Consal) è stato inviato all'attenzione del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, noto per avere seguito cause relative alla sicurezza sul lavoro e la vicenda della Eternit di Casale Monferrato. Sono rappresentati dall'avvocato Patrizia Bugnano, senatrice dell'Italia dei Valori. E' infatti alla sezione trasporti Idv della Regione Lazio che è arrivata la prima segnalazione. E il caso potrebbe arrivare anche in Parlamento e direttamente all'attenzione del Governo a seguito di un'interpellanza parlamentare.
Si legge nell'esposto che 'durante le fasi di smontaggio risulterebbe che i tecnici hanno trovato, a bordo degli aerei e in alcune componenti meccaniche e strutturali, quantità di amianto tali da richiedere il fermo delle operazioni, in attesa delle operazioni di bonifica, così come previsto dalla normativa in materia, per poi procedere alla rimozione in sicurezza delle componenti d'amianto, fino al loro completo smaltimento in discarica' e che più in generale nel recente passato 'le case costruttrici di aerei hanno segnalato alla compagnia di bandiera la presenza di amianto in alcune parti meccaniche, con l'invito ad una loro rapida sostituzione, ma non si hanno a tutt'oggi notizie di certificazioni Alitalia L.A.I. (la vecchia Alitalia, ndr) che attesterebbero la totale bonifica dell'amianto dagli aerei'.
Spiega all'Espresso Antonio Divietri, presidente Avia (Assistenti di volo italiani associati): "Avia si occupa della questione amianto in aviazione civile da almeno dieci anni e probabilmente abbiamo i maggiori esperti italiani sull'argomento, prova plastica le tante cause che stiamo vincendo (alcune vinte nel 2011 risalenti al 2002, ndr). L'amianto è fuori legge da venti anni e se si scoprisse che è presente sugli aerei che oggi stanno "rottamando" vorrebbe dire che il "sistema regolatore" non ha funzionato e abbiamo viaggiato, almeno fino al 2008, in "cassoni pneumatici", tale è tecnicamente la fusoliera di un aereo, a rischio di contaminazione. Sarebbe sommamente opportuno che si creasse una "super procura" che centralizzasse a livello nazionale tutti i dati sulla sicurezza del lavoro ed in particolare su questo killer silenzioso".
A essere più esposti sono i manutentori, i quali in diversi casi nel corso degli ultimi anni hanno ottenuto l'indennità richiesta da parte dell'Inps. Hanno avuto più difficoltà a raggiungere identici risultati piloti e assistenti di volo, nonostante siano presenti casi di mesotelioma - un tumore raro e inserito dall'Inail tra le patologie lavorative - diagnosticati a due comandanti tra il 1996 e il 2002. Scriveva Giovanni Alfredo Zapponi, direttore del Dipartimento di Tecnologie e Salute dell'Istituto Superiore della Sanità, in una relazione del 2006 dal titolo 'L'amianto nell'aviazione civile': "E' da sottolineare che 2 casi su 79 associati (quelli all'epoca in discussione, ndr) non sono una percentuale trascurabile". Erano cioé da considerare un 'evento sentinella' dal momento che la malattia si manifesta in media 25 anni dopo l'esposizione.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/fiumicino-lamianto-in-procura/2180570/25