- 10 Dicembre 2007
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Farfallina, il piano DT non esiste, perchè non può esistere un piano industriale slegato da una disponibilità economica ragionevolmente certa per implementarlo. Ora più che mai è chiaro che i 355 M€ che DT auspicava arrivassero, serviranno si e no per passare l'inverno, senza alcuna possibilità di fare quegli investimenti che pure andrebbero nella giusta direzione. Tant'è che stando all'articolo, serviranno altri 450 M€ a primavera per andare avanti, cosa che è assai verosimile. E purtroppo stiamo scoprendo ogni giorno qualche magagna nuova: come la vogliamo chiamare l'abitudine di fare carburante "aggratis" indebitandosi con ENI per 150 M€? Proviamo io e te a fare benzina a credito di 150 € (non milioni) e sentiamo cosa ci dice il benzinaio...Questo non è in contrasto con quanto aveva pianificato a suo tempo DT. Quei numeri sul trend dei mercati, costanti nel tempo fra l'altro, danno bene chiara la linea da perseguire che era quella del piano DT, meno nazionale con tagli su LIN-FCO e cross country e AP ripensata o più probabilmente tagliata, aumento del MR verso destinazioni non ancora aggredite dalle low cost e del LR.
Sarebbe stato interessante leggere cosa prevedevano le slide si presentate da DT e che fanno affermare al giornalista che DT si è allineato al piano AF, piuttosto dei pettegolezzi sui litigi che ci interessano il giusto.
Novità invece il fatto che AF sonderebbe i piccoli azionisti per liquidarli, ma questa mossa a che pro quando potrebbero salire molto di più acquistando l'inoptato a costi inferiori? Se come si dice i piccoli azionisti non ricapitalizzano e che non ci sono pretendenti fuori dalla porta non ha senso per AF acquistare le loro quote per fare pressioni sul piano industriale. Diverso se sapessero che c'è qualcuno fuori dalla porta interessato e ora che è scaduto il Lock-up sia pronto ad intervenire in extremis e sottrarre il ratto a saldo ad AF.
Per quanto riguarda il CDA immagino che DT abbia messo in campo in una certa misura i tagli proposti anche da AF, che con ogni probabilità sarebbero politicamente, socialmente e sindacalmente tutt'altro che indolori e che Colaninno, assai legato all'establishment di cui sopra, abbia espresso disaccordo. Anche perchè essendo a sua volta imprenditore, non può certo pensare di inimicarsi tutta quella casta a costo zero.
Dalla trimestrale si dedurrebbe che le rogne stiano nel mercato nazionale e tagliare pesantemente voli in quel contesto, significa farsi nemici in ogni regione che dovesse venire lasciata più o meno "scoperta", con i vari parlamentari di zona a gridare il diritto alla mobilità dei propri concittadini. E' evidente che se dovessero venir tagliati voli in misura rilevante, di pari passo andrebbero ridotti flotta e personale, altro tasto politicamente assai sensibile. Il problema è che più passa il tempo, più è chiaro che non ci sono alternative ad una dolorosa cura da cavallo. Anzi, forse se si fosse trovato il coraggio di farla un paio d'anni fa, ora non saremmo con le pezze al cuxo in questo modo e probabilmente AZ avrebbe un minimo di appeal come azienda per suscitare davvero l'interesse di qualche partner industriale. Ma purtroppo AZ gli appuntamenti con la storia li ha sempre mancati tutti senza eccezioni, perchè qualche interesse particolare ha sempre avuto il sopravvento. Questo è l'ultimo giro: per come la vedo io possiamo scegliere tra un'AZ un po' più piccola, con meno voli e personale (10-20%) nelle mani di AF, oppure il fallimento. Vediamo se almeno l'obiettivo minimo riusciamo a portarlo a casa o se riusciremo a "suicidare" fino in fondo quella che in altri paesi sarebbe potuta diventare una compagnia di livello mondiale.