Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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belumosi

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o la UE fa un salto di qualità oppure a breve imploderà perché ci aspettano tempi duri specialmente se Trump torna alla Casa Bianca con il suo isolazionismo.
Parole sante. Il caso ITA è una cacatina di cane rispetto al prezzo che una Europa fragile e disunita rischia di dover pagare. Là fuori c'è il 90% degli abitanti del pianeta che sta iniziando a stancarsi di lasciare il meglio al rimanente 10% (USA e colonie). E come sul Titanic che stava lentamente affondando, c'è chi sofferma sulle stonature dell'orchestrina, perchè lui saprebbe suonare meglio. Entro una decina d'anni al massimo, prepariamoci a veder crollare drasticamente tante certezze. Trump è solo un tassello di questa evoluzione, per quanto importante.
La verità è che siamo vecchi, arroganti, senza ideali e militarmente incapaci di combattere in caso di bisogno.
E storicamente ogni impero quando si è trovato in queste condizioni, è stato sostituito da gente incaxxata e determinata ad avere di più a scapito di altri. Stavolta gli altri siamo noi.
 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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Parole sante. Il caso ITA è una cacatina di cane rispetto al prezzo che una Europa fragile e disunita rischia di dover pagare. Là fuori c'è il 90% degli abitanti del pianeta che sta iniziando a stancarsi di lasciare il meglio al rimanente 10% (USA e colonie). E come sul Titanic che stava lentamente affondando, c'è chi sofferma sulle stonature dell'orchestrina, perchè lui saprebbe suonare meglio. Entro una decina d'anni al massimo, prepariamoci a veder crollare drasticamente tante certezze. Trump è solo un tassello di questa evoluzione, per quanto importante.
La verità è che siamo vecchi, arroganti, senza ideali e militarmente incapaci di combattere in caso di bisogno.
E storicamente ogni impero quando si è trovato in queste condizioni, è stato sostituito da gente incaxxata e determinata ad avere di più a scapito di altri. Stavolta gli altri siamo noi.
La guerra in Ucraina sta mettendo in luce che l'Europa (ma gli stessi Usa sono in queste condizioni) non ha numeri di militari per affrontare una guerra globale. E l'altro problema (e qui Trump aveva in parte ragione) è che gli investimenti militari sono stati ridotti per via delle ristrettezze di economie in tempo di pace e che mettere in moto l'industria militare da un giorno all'altro non è semplice.
Il problema è se si muove la Cina contro Taiwan, allora si che per Trump sarà un problema.
 
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Però ammetti 3 grossi gruppi e poi ti fai remore sui pochi voli ITA o Air Europa mentre non ti poni problemi per quelli SAS perché AF-KL è sotto al 20%?
Io mi fermo qua, perchè mi sono anche frantumato le balle di dover fare fact-checking quando la discussione è a livello nemmeno da bar Sport, ma il regolamento 139/2004 stabilisce quali sono i requisiti per considerare una concentrazione come 'comunitaria'. Articolo 1 del regolamento.
 

Farfallina

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Io mi fermo qua, perchè mi sono anche frantumato le balle di dover fare fact-checking quando la discussione è a livello nemmeno da bar Sport, ma il regolamento 139/2004 stabilisce quali sono i requisiti per considerare una concentrazione come 'comunitaria'. Articolo 1 del regolamento.
Ma come altri hanno ben individuato il giochino è politico con la burocrazia a fare da paravento. E fra l'altro abbiamo negli anni assistito a decisioni UE pilotate dalla politica dei vari stati contro l'Italia che ha la grande colpa di farsi rappresentare dall'italiano medio che spesso è di livello infimo.
 
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s4lv0z

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11 Dicembre 2017
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Ma come altri hanno ben individuato il giochino è politico con la burocrazia a fare da paravento. E fra l'altro abbiamo negli anni assistito a decisioni UE pilotate dalla politica dei vari stati contro l'Italia che ha la grande colpa di farsi rappresentare dall'italiano medio che spesso è di livello infimo.
Certo credere che ITA abbia un tale peso e rilevanza da sconvolgere con il suo posizionamento equilibri comunitari globali e modificare profondamente i rapporti tra alleanze e JV atlantiche... viene difficile da credere.

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East End Ave

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13 Agosto 2013
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su e giu' sull'atlantico...
Ma a parte quello... ha un peso negativo...

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Ma infatti rompono su quello…in fondo il principale valore di AZ in termini pax/rev.
Sparando sull unico pezzo di artiglieria resta praticamente il nulla tra Area 2 e Area 3 e la battaglia è persa. Quel che qualcuno evidentemente vuole, o vorrebbe stante l’Open Skyes UE-USA (con slots già operativi)
 
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13900

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Ma come altri hanno ben individuato il giochino è politico con la burocrazia a fare da paravento. E fra l'altro abbiamo negli anni assistito a decisioni UE pilotate dalla politica dei vari stati contro l'Italia che ha la grande colpa di farsi rappresentare dall'italiano medio che spesso è di livello infimo.
Beh, siamo tornati al Bar Sport e io lí ti/vi lascio.
 
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Paolo_61

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Io non voglio fare l'avvocato difensore dell'UE, e sinceramente non mi cambia molto se Farfallina e' pro o contro l'UE, ma giusto per amor di correttezza farei notare che approvare la JV AF/KL/DL ha richiesto dal 27.01.12 al 12.05.15 AT.39964 - AF-KL/DL/AZ (europa.eu), o che l'iter per la JV di LH/UA/CO/AC ha preso dal 17.04.2009 al 23.05.13 AT.39595 - Continental/United/Lufthansa/Air Canada (europa.eu)

Insomma, non e' che hanno dato carta bianca a tutti tranne che a ITA.
Rispettivamente 5 e 4 anni. In un mondo che cambia in continuazione.
La dimostrazione che il burocrate medio si eccita all’idea di poter “decidere i destini del mondo”.
 

13900

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Rispettivamente 5 e 4 anni. In un mondo che cambia in continuazione.
La dimostrazione che il burocrate medio si eccita all’idea di poter “decidere i destini del mondo”.
Non penso di aver mai difeso la velocita' della commissione UE.
Ma allo stesso tempo non penso che nessuno possa dire che non serva un controllo e una protezione della competizione, a meno di non voler tornare ai "bei" tempi di Standard Oil e via dicendo.
 

Paolo_61

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Non penso di aver mai difeso la velocita' della commissione UE.
Ma allo stesso tempo non penso che nessuno possa dire che non serva un controllo e una protezione della competizione, a meno di non voler tornare ai "bei" tempi di Standard Oil e via dicendo.
In realtà Standard Oil e ATT sono state sembrate (con successo) dalla politica e non dalla burocrazia. Come già detto, ben vengano le indagini sui cartelli, ma tutta la parte riguardante acquisizioni e/o abuso di posizioni dominanti andrebbe quanto meno rivista.
 
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leerit

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3 Settembre 2019
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Le obiezioni Ue
Nel plico che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha inviato al ministero dell’Economia e a Lufthansa — per spiegare l’apertura dell’indagine approfondita sulla proposta di matrimonio tra Ita Airways e i tedeschi — ci sono migliaia di numeri, decine di scenari post fusione e più di qualche interrogativo. Non sulla «validità» dell’operazione — confida al Corriere chi lavora al quartier generale dell’Antitrust Ue —, ma sugli effetti negativi che «potrebbe avere» sui consumatori in termini di scelte e costi.

Nel comunicato Ue vengono elencate cinque criticità sull’operazione: la posizione dominante a Milano Linate, sulle tratte tra l’Italia e l’Europa centrale, sui collegamenti tra Italia e Nord America, India, Giappone. E ancora: il rischio che la joint venture transatlantica di Lufthansa riduca le opzioni per i viaggiatori. E che l’investimento tedesco abbia un impatto negativo sui voli interni all’Italia per le compagnie straniere che hanno sottoscritto accordi di codeshare con Ita.

Le critiche degli esperti
Tre esperti in materia di fusioni e acquisizioni nel settore, consultati da questo giornale, non nascondono le loro perplessità su alcune delle criticità evidenziate. Diverse di queste — sottolineano — sono «superate» perché c’è già, per esempio, un accordo per la cessione di un pacchetto di slot a Milano Linate. Su altre — come l’invito a ridurre la presenza nel mercato nordamericano o addirittura lasciare alcune tratte — le richieste europee «semplicemente non hanno senso», dicono.

«Competizione globale»
«La competizione è globale — proseguono gli esperti —, non si possono sottoporre le compagnie europee a vincoli, lasciando campo libero a tutti gli altri, a partire da Turkish Airlines, le asiatiche, le mediorientali e le americane». L’Antitrust Ue non entra nel dettaglio del dossier. Ita, il Tesoro e Lufthansa non commentano. Ma l’incrocio delle fonti e dei dati forniti dalle piattaforme specializzate prova a fornire un quadro delle criticità.

La situazione a Linate
Nel 2024, secondo i dati forniti dalla società Cirium Diio, oltre il 58% dei sedili offerti all’aeroporto di Milano Linate è in mano a Ita. Un altro 7% sarà offerto dal gruppo Lufthansa. Messe insieme, le due realtà avrebbero i due terzi del mercato. Un dato che la Commissione europea ritiene problematico: il city airport milanese è «slot constrained», non ci sono più diritti di decollo e atterraggio liberi per far entrare un nuovo vettore. Da qui la richiesta di cedere un pacchetto di slot al mercato. La situazione è diversa a Roma Fiumicino dove assieme Ita e Lufthansa avrebbero un terzo dell’offerta

I voli verso l’Europa
L’altra criticità evidenziata dalla Ue è quella del rischio di posizione dominante sui collegamenti tra Italia ed Europa centrale, intendendo Germania, Austria, Svizzera, Belgio, i Paesi dove il colosso europeo ha le sue società del gruppo: Lufthansa ed Eurowings, Austrian Airlines, Swiss ed Edelweiss, Brussels Airlines più l’italiana Air Dolomiti. Sulle rotte Linate-Francoforte, Linate-Bruxelles, Roma-Francoforte, Roma-Monaco e Roma-Zurigo le nozze italo-tedesche porterebbero alla creazione di cinque monopoli. Poi ci sarebbe la Roma-Bruxelles che vedrebbe Ita e Brussels Airlines detenere quasi i tre quarti dell’offerta (il resto in mano a Ryanair).

La clientela «time sensitive»

Anche su questo punto la Commissione vuole delle cessioni. In particolare su Linate, sostengono le fonti. E qui bisogna entrare un po’ nel tecnico. Ufficialmente l’analisi dell’impatto di una fusione viene effettuata sulla «conurbazione» che a Milano comprende tre scali: Linate, Malpensa e Bergamo. Ma i funzionari Ue — e le compagnie rivali (Air France-Klm, Iberia, British Airways, Ryanair, easyJet, Wizz Air) — ritengono che sia più corretto concentrarsi su Linate. Lo scalo, data la posizione vicina al centro, è perfetto per la clientela business — definita in gergo «time sensitive» — per la quale è decisamente diverso decollare dal city airport meneghino che da Malpensa (in provincia di Varese) e Bergamo.

I voli intercontinentali

L’Antitrust Ue evidenzia problemi anche sul segmento intercontinentale, citando i collegamenti con il Nord America, l’India e il Giappone. In questo caso — spiegano fonti della Commissione — l’analisi viene estesa all’intera Europa. Come mai? Dall’Italia una persona può andare a New York o Delhi o Tokyo sia con voli diretti — quando disponibili —, sia facendo scalo. Secondo i parametri fissati si ritengono «equiparabili» le opzioni di viaggio con arrivo a destinazione non oltre le 2-3 ore rispetto al collegamento diretto. Con le nozze Ita-Lufthansa, secondo i tecnici comunitari, i consumatori avrebbero meno alternative equiparabili. Un punto che Ita, Lufthansa e diversi esperti contestano.

L’offerta sul lungo raggio

Secondo Cirium Diio nel 2024 quasi un terzo dei posti in vendita tra Europa e Usa sono in mano a Star Alliance (Lufthansa, United Airlines), il 30% a SkyTeam (Air France-Klm, Delta Air Lines) e il 28% a oneworld (British Airways, American Airlines). Ita ha una quota di mercato dell’1,5%. Guardando a Oriente, il gruppo Lufthansa e Ita avrebbero quasi un quinto dell’offerta sulle tratte con l’India e con Tokyo. Ma — calcolano i tecnici Ue — aggiungendo anche gli alleati di Lufthansa (Air India, All Nippon Airways, Turkish Airlines) la quota salirebbe attorno al 50%.

I voli con il Nord America

Ma è il mercato transatlantico — il più redditizio per i vettori — la vera criticità. Tanto che su questo aspetto le tensioni non sono mancate nelle settimane passate. Secondo l’Antitrust Ue l’unione Ita-Lufthansa crea un problema di concentrazione su diverse tratte tra Roma Fiumicino e il Nord America: qui entrerebbero in gioco anche i numeri di United Airlines e Air Canada, partner dei tedeschi nella joint venture «A++». La joint venture non è un accordo qualsiasi. È un’intesa dove i partecipanti concordano tutto — prezzi, rotte, frequenze, orari — e si spartiscono i ricavi. E per questo serve uno specifico via libera delle autorità regolatorie.

Le tratte sotto la lente

L’Antitrust Ue, analizzando il mercato, segnala che la Roma-New York vedrebbe la quota di Ita e di «A++» salire al 54% dell’offerta totale di posti nel 2024. La Roma-Washington diventerebbe un monopolio (volerebbero solo Ita e United), lo stesso vale anche per la Roma-San Francisco. Sarebbero poi dominanti — con il 75-80% — Ita e la joint venture sulla Roma-Boston e, quando verranno avviate dal vettore italiano, la Roma-Chicago e Roma-Toronto. Questo soltanto sui voli diretti.

Le quote di mercato

Ma dal momento che i passeggeri volano verso il Nord America anche con scalo altrove ecco che l’analisi della Commissione si è concentrata sui flussi complessivi. Nel periodo agosto 2022-luglio 2023 (quello consolidato dai dati forniti dal Dipartimento Usa dei Trasporti) emerge che quasi il 13% di chi ha volato tra Italia e Stati Uniti s’è imbarcato su un volo Ita. Un altro 15% su un aereo del gruppo Lufthansa. Un ulteriore 14% sui jet di United Airlines e poco meno del 2% in quelli di Air Canada. Tutti loro insieme hanno trasportato il 43%. Troppo, per l’Antitrust Ue. Che chiede di ridurre la presenza sul mercato. E rimanda il dossier ai tempi supplementari.


 

East End Ave

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Le obiezioni Ue
Nel plico che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha inviato al ministero dell’Economia e a Lufthansa — per spiegare l’apertura dell’indagine approfondita sulla proposta di matrimonio tra Ita Airways e i tedeschi — ci sono migliaia di numeri, decine di scenari post fusione e più di qualche interrogativo. Non sulla «validità» dell’operazione — confida al Corriere chi lavora al quartier generale dell’Antitrust Ue —, ma sugli effetti negativi che «potrebbe avere» sui consumatori in termini di scelte e costi.

Nel comunicato Ue vengono elencate cinque criticità sull’operazione: la posizione dominante a Milano Linate, sulle tratte tra l’Italia e l’Europa centrale, sui collegamenti tra Italia e Nord America, India, Giappone. E ancora: il rischio che la joint venture transatlantica di Lufthansa riduca le opzioni per i viaggiatori. E che l’investimento tedesco abbia un impatto negativo sui voli interni all’Italia per le compagnie straniere che hanno sottoscritto accordi di codeshare con Ita.

Le critiche degli esperti
Tre esperti in materia di fusioni e acquisizioni nel settore, consultati da questo giornale, non nascondono le loro perplessità su alcune delle criticità evidenziate. Diverse di queste — sottolineano — sono «superate» perché c’è già, per esempio, un accordo per la cessione di un pacchetto di slot a Milano Linate. Su altre — come l’invito a ridurre la presenza nel mercato nordamericano o addirittura lasciare alcune tratte — le richieste europee «semplicemente non hanno senso», dicono.

«Competizione globale»
«La competizione è globale — proseguono gli esperti —, non si possono sottoporre le compagnie europee a vincoli, lasciando campo libero a tutti gli altri, a partire da Turkish Airlines, le asiatiche, le mediorientali e le americane». L’Antitrust Ue non entra nel dettaglio del dossier. Ita, il Tesoro e Lufthansa non commentano. Ma l’incrocio delle fonti e dei dati forniti dalle piattaforme specializzate prova a fornire un quadro delle criticità.

La situazione a Linate
Nel 2024, secondo i dati forniti dalla società Cirium Diio, oltre il 58% dei sedili offerti all’aeroporto di Milano Linate è in mano a Ita. Un altro 7% sarà offerto dal gruppo Lufthansa. Messe insieme, le due realtà avrebbero i due terzi del mercato. Un dato che la Commissione europea ritiene problematico: il city airport milanese è «slot constrained», non ci sono più diritti di decollo e atterraggio liberi per far entrare un nuovo vettore. Da qui la richiesta di cedere un pacchetto di slot al mercato. La situazione è diversa a Roma Fiumicino dove assieme Ita e Lufthansa avrebbero un terzo dell’offerta

I voli verso l’Europa
L’altra criticità evidenziata dalla Ue è quella del rischio di posizione dominante sui collegamenti tra Italia ed Europa centrale, intendendo Germania, Austria, Svizzera, Belgio, i Paesi dove il colosso europeo ha le sue società del gruppo: Lufthansa ed Eurowings, Austrian Airlines, Swiss ed Edelweiss, Brussels Airlines più l’italiana Air Dolomiti. Sulle rotte Linate-Francoforte, Linate-Bruxelles, Roma-Francoforte, Roma-Monaco e Roma-Zurigo le nozze italo-tedesche porterebbero alla creazione di cinque monopoli. Poi ci sarebbe la Roma-Bruxelles che vedrebbe Ita e Brussels Airlines detenere quasi i tre quarti dell’offerta (il resto in mano a Ryanair).

La clientela «time sensitive»

Anche su questo punto la Commissione vuole delle cessioni. In particolare su Linate, sostengono le fonti. E qui bisogna entrare un po’ nel tecnico. Ufficialmente l’analisi dell’impatto di una fusione viene effettuata sulla «conurbazione» che a Milano comprende tre scali: Linate, Malpensa e Bergamo. Ma i funzionari Ue — e le compagnie rivali (Air France-Klm, Iberia, British Airways, Ryanair, easyJet, Wizz Air) — ritengono che sia più corretto concentrarsi su Linate. Lo scalo, data la posizione vicina al centro, è perfetto per la clientela business — definita in gergo «time sensitive» — per la quale è decisamente diverso decollare dal city airport meneghino che da Malpensa (in provincia di Varese) e Bergamo.

I voli intercontinentali

L’Antitrust Ue evidenzia problemi anche sul segmento intercontinentale, citando i collegamenti con il Nord America, l’India e il Giappone. In questo caso — spiegano fonti della Commissione — l’analisi viene estesa all’intera Europa. Come mai? Dall’Italia una persona può andare a New York o Delhi o Tokyo sia con voli diretti — quando disponibili —, sia facendo scalo. Secondo i parametri fissati si ritengono «equiparabili» le opzioni di viaggio con arrivo a destinazione non oltre le 2-3 ore rispetto al collegamento diretto. Con le nozze Ita-Lufthansa, secondo i tecnici comunitari, i consumatori avrebbero meno alternative equiparabili. Un punto che Ita, Lufthansa e diversi esperti contestano.

L’offerta sul lungo raggio

Secondo Cirium Diio nel 2024 quasi un terzo dei posti in vendita tra Europa e Usa sono in mano a Star Alliance (Lufthansa, United Airlines), il 30% a SkyTeam (Air France-Klm, Delta Air Lines) e il 28% a oneworld (British Airways, American Airlines). Ita ha una quota di mercato dell’1,5%. Guardando a Oriente, il gruppo Lufthansa e Ita avrebbero quasi un quinto dell’offerta sulle tratte con l’India e con Tokyo. Ma — calcolano i tecnici Ue — aggiungendo anche gli alleati di Lufthansa (Air India, All Nippon Airways, Turkish Airlines) la quota salirebbe attorno al 50%.

I voli con il Nord America

Ma è il mercato transatlantico — il più redditizio per i vettori — la vera criticità. Tanto che su questo aspetto le tensioni non sono mancate nelle settimane passate. Secondo l’Antitrust Ue l’unione Ita-Lufthansa crea un problema di concentrazione su diverse tratte tra Roma Fiumicino e il Nord America: qui entrerebbero in gioco anche i numeri di United Airlines e Air Canada, partner dei tedeschi nella joint venture «A++». La joint venture non è un accordo qualsiasi. È un’intesa dove i partecipanti concordano tutto — prezzi, rotte, frequenze, orari — e si spartiscono i ricavi. E per questo serve uno specifico via libera delle autorità regolatorie.

Le tratte sotto la lente

L’Antitrust Ue, analizzando il mercato, segnala che la Roma-New York vedrebbe la quota di Ita e di «A++» salire al 54% dell’offerta totale di posti nel 2024. La Roma-Washington diventerebbe un monopolio (volerebbero solo Ita e United), lo stesso vale anche per la Roma-San Francisco. Sarebbero poi dominanti — con il 75-80% — Ita e la joint venture sulla Roma-Boston e, quando verranno avviate dal vettore italiano, la Roma-Chicago e Roma-Toronto. Questo soltanto sui voli diretti.

Le quote di mercato

Ma dal momento che i passeggeri volano verso il Nord America anche con scalo altrove ecco che l’analisi della Commissione si è concentrata sui flussi complessivi. Nel periodo agosto 2022-luglio 2023 (quello consolidato dai dati forniti dal Dipartimento Usa dei Trasporti) emerge che quasi il 13% di chi ha volato tra Italia e Stati Uniti s’è imbarcato su un volo Ita. Un altro 15% su un aereo del gruppo Lufthansa. Un ulteriore 14% sui jet di United Airlines e poco meno del 2% in quelli di Air Canada. Tutti loro insieme hanno trasportato il 43%. Troppo, per l’Antitrust Ue. Che chiede di ridurre la presenza sul mercato. E rimanda il dossier ai tempi supplementari.


Mah…”monopolio” sulla FCO IAD e SFO; non ho capito, quando su queste rotte c’era solo UA (come DL sulla DTT o AA sulla DFW) non era/è monopolio?!? Ma come li fanno questi i calcoli?
Vuoi andare a SFO o MIA o WAS? Puoi scegliere tra UA AZ AF KL LH LX BA IB AA DL TP TK…etc.
Considerano le JV? Le quote di mercato sul NAM sono già equamente rappresentate (peraltro AZ era in JV!) e il processo di consolidamento del settore è in linea con le ATI rules.
 

maxdan2008

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Mah…”monopolio” sulla FCO IAD e SFO; non ho capito, quando su queste rotte c’era solo UA (come DL sulla DTT o AA sulla DFW) non era/è monopolio?!? Ma come li fanno questi i calcoli?
Vuoi andare a SFO o MIA o WAS? Puoi scegliere tra UA AZ AF KL LH LX BA IB AA DL TP TK…etc.
Considerano le JV? Le quote di mercato sul NAM sono già equamente rappresentate (peraltro AZ era in JV!) e il processo di consolidamento del settore è in linea con le ATI rules.
... considerando solo i voli diretti, anche sulla CDG-ATL o AMS-ATL o CDG-DTW ci sono monopoli Skyteam ... e quelli sono ok ? assurdo
 

Farfallina

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... considerando solo i voli diretti, anche sulla CDG-ATL o AMS-ATL o CDG-DTW ci sono monopoli Skyteam ... e quelli sono ok ? assurdo
Sappiamo bene che fanno riferimento a Macron, come è chiaro la questione dovrà essere risolta dai governi fra minacce di veti e trattative varie. Poi una volta passato dovranno i governi tedesco, italiano e spagnolo cercare di farla pagare ad AF-Kl che ha trovato l'escamotage del minore del 20% per SAS. Purtroppo in UE si pensa alla parrocchietta e non alle questioni veramente importanti di integrazione che con questi comportamenti non sono purtroppo implementabili.
 
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Mah…”monopolio” sulla FCO IAD e SFO; non ho capito, quando su queste rotte c’era solo UA (come DL sulla DTT o AA sulla DFW) non era/è monopolio?!? Ma come li fanno questi i calcoli?
Vuoi andare a SFO o MIA o WAS? Puoi scegliere tra UA AZ AF KL LH LX BA IB AA DL TP TK…etc.
Considerano le JV? Le quote di mercato sul NAM sono già equamente rappresentate (peraltro AZ era in JV!) e il processo di consolidamento del settore è in linea con le ATI rules.
Repetita juvant: la Commissione NON sta dicendo che c'e' monopolio, sta dicendo che ci potrebbe essere rischio di limitazioni alla concorrenza e deve chiarificarle facendo delle analisi. Ancora una volta, questo e' quanto dice la commissione:

1706528093960.png

1706528124429.png

Il primo capoverso della nota, infatti, dice:

1706528230191.png

La Commissione avvia un'indagine approfondita sul progetto di acquisizione di ITA (europa.eu)

Ricapitolando:

La Commissione NON ha detto che c'e' monopolio.
La Commissione ha detto che ci POTREBBE essere monopolio.
La Commissione ha detto che deve controllare in maniera piu' approfondita.

Ma come li fanno questi i calcoli?
Leggi pure qua per un esempio: ec.europa.eu/competition/mergers/cases/decisions/m7541_20150714_20212_4564413_EN.pdf

In particolar modo le sezioni IV e V.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Repetita juvant: la Commissione NON sta dicendo che c'e' monopolio, sta dicendo che ci potrebbe essere rischio di limitazioni alla concorrenza e deve chiarificarle facendo delle analisi. Ancora una volta, questo e' quanto dice la commissione:

View attachment 18000

View attachment 18001

Il primo capoverso della nota, infatti, dice:

View attachment 18002

La Commissione avvia un'indagine approfondita sul progetto di acquisizione di ITA (europa.eu)

Ricapitolando:

La Commissione NON ha detto che c'e' monopolio.
La Commissione ha detto che ci POTREBBE essere monopolio.
La Commissione ha detto che deve controllare in maniera piu' approfondita.



Leggi pure qua per un esempio: ec.europa.eu/competition/mergers/cases/decisions/m7541_20150714_20212_4564413_EN.pdf

In particolar modo le sezioni IV e V.
Fab, ho ristretto il concetto, se poi vogliamo parlare burocratese possiamo farlo ma ho sinceramente pochissimo tempo.
Grazie per i tuoi preziosi approfondimenti, che fanno del tuo sapere un pilastro serio, competente ed affidabile qui sul forum e non solo, e assai più di me.
Stringendo tuttavia, a me anche solo sentir parlare di “rischio di limitazione alla concorrenza (monopolio single o JV che sia) mi viene l’orticaria, giacché a) AZ era già in JV b) che la concorrenza davvero non manca (te lo posso garantire dal punto di vista pricing!) c) che i conglomerati JV detengono market shares in % assai equilibrate , dove l’incidenza di AZ sarebbe giusto the cherry on the cake!
Che poi, negli USA non abbiamo vissuto negli ultimi decenni un consolidamento che ha portato da 6 a 3 i vettori legacy, parimenti equamente condivisori di m/s , rotte e apt’s?
Perché in EU siamo sempre così lenti a percepire e realizzare l’immutevole processo che avanza? Semplice, perché la U del dittongo è ancora e sempre solo sulla carta.
Il tutto detto da uno che non è che veda proprio di buon occhio l’overtake di AZ da parte LH!
 
Stato
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