Le risoluzioni ONU, da quando mondo è mondo, hanno il valore della carta igienica. Se te le vai a spulciare sul sito delle Nazioni Unite e poi le metti in relazione alle aree cui si riferiscono, te ne fai un'idea.
Il villaggio di Grabovo è nel bel mezzo dell'area dei combattimenti, e non c'è alcuna capacità di definire un fronte o una zona "franca" da gestire in sicurezza. La conformazione dei teatri operativi moderni è purtroppo ben lontana dall'idea di fronte dei vecchi conflitti.
Chi entra in queste aree lo fa a suo rischio e pericolo, e chiedere "garanzie di sicurezza" è paradossalmente quasi pretestuoso.
Altra questione, su cui si potrebbe aprire un 3ad a parte, è quella delle immagini di quelli che "frugavano tra i rottami". Le immagini sono state scattate in larga misura durante la ricerca dei corpi e delle scatole nere. Che oggi vengano utilizzate come prova della manipolazione dei rottami (che tipo di manipolazione, poi?), o del saccheggio, è a dir poco ridicolo. Del giornalista della BBC che apriva i bagagli cosa bisognerebbe dire allora? Che è un depistatore al soldo della Russia?
L'aspetto veramente ripugnante di questa vicenda è la speculazione sui morti. Al 99,99% salterà fuori che l'aereo è stato abbattuto per errore dai secessionisti. Che se ne faccia una condanna preventiva di questi e della Russia, in assenza di qualsiasi dato oggettivo ed attraverso la sceneggiata degli onori militari e delle "inoppugnabili prove", la dice lunga su quanto malleabile e becera sia la nostra opinione pubblica. Che, per inciso, è quella che ama considerarsi libera ed emancipata.
