Colpa di un chiodo....
Il chiodo che ha bloccato tutto
A dare le prime spiegazioni sul guasto è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a margine del question time alla Camera, rispondendo alle domande dei cronisti, sull’accaduto: «A quanto mi risulta, i tecnici dicono sembra esserci stato un errore questa notte di una ditta privata che ha piantato un chiodo su un cavo. Poi, diciamo che il tempo di reazione (e il privato ne risponderà) non è stato all'altezza di quello che deve avere la seconda potenza industriale d’Europa», ha aggiunto. Su quanto accaduto «stanno lavorando gli ingegneri, perché non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, i nuovi treni pendolari, gli intercity, l’Alta velocità, la Tav, il Brennero e tutto il resto e poi se uno alle 3 di notte, a Roma, pianta il chiodo nel posto sbagliato tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone». Perciò, ha concluso Salvini, «ho chiesto nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro, e quando ci sarà questa conclusione, lo saprò e lo saprete. Ho anche chiesto una verifica delle centraline di alimentazione in tutta Italia, perché non è possibile che un errore di un privato possa fermare tutta Italia».
Le ridondanze tecniche che hanno acuito il guasto
Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rfi, la società che gestisce l’intera rete ferroviaria del Paese ed è una controllata della capogruppo Ferrovie dello Stato, aveva spiegato in mattinata che si trattava di un «guasto alla cabina elettrica che alimenta il nodo di circolazione di Roma. Un guasto le cui cause sono in corso di accertamento. Un guasto raro perché si tratta di un impianto che ha delle ridondanze tecniche» e quindi l’effetto moltiplicatore su tutta la circolazione è stato immediato. Il top manager, gli va dato atto, recita il mea culpa ammettendo che «in momenti di grande congestione, come è il nodo di Roma, gli effetti che provocano questi guasti non sono accettabili e impediscono di garantire il diritto alla mobilità di persone». Secondo fonti di Rfi, il guasto «non è riconducibile ad un attacco hacker».
Aumento dei guasti dell’infrastruttura
C’è un’oggettiva saturazione della rete e basta vedere i numeri per scoprirlo. Che qualcosa non va lo dice proprio Trenitalia nelle pieghe del proprio bilancio annuale in una recente inchiesta del Corriere della Sera. «I valori di puntualità registrati nel 2022 (...) per il segmento AV risulta sotto obiettivo — si legge — si è registrata una flessione di performance più accentuata nei mesi centrali dell’anno, da ricondurre ad un generale incremento dei volumi del traffico e all’aumento dei guasti dell’infrastruttura e al materiale rotabile, correlati al caldo anomalo». Ma anche nel documento Quality Report di Italo si legge che le cause dei ritardi sono così distribuite: il 16,1% per cause esterne; il 61,4% per colpa di RFI; 13,1 per colpa di altre compagnie; il 9,3% a causa di Italo stessa. Quindi per Italo la colpa è soprattutto del gestore della rete.
Il traffico sulla rete è esploso
Numeri alla mano il traffico è letteralmente esploso: sulla tratta Milano-Roma si è passati da 1 milione di passeggeri del 2009 ai 3,6 milioni del 2023, e il numero dei treni da 16.439 è salito a 51.358.
Il chiodo che ha bloccato tutto
A dare le prime spiegazioni sul guasto è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a margine del question time alla Camera, rispondendo alle domande dei cronisti, sull’accaduto: «A quanto mi risulta, i tecnici dicono sembra esserci stato un errore questa notte di una ditta privata che ha piantato un chiodo su un cavo. Poi, diciamo che il tempo di reazione (e il privato ne risponderà) non è stato all'altezza di quello che deve avere la seconda potenza industriale d’Europa», ha aggiunto. Su quanto accaduto «stanno lavorando gli ingegneri, perché non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, i nuovi treni pendolari, gli intercity, l’Alta velocità, la Tav, il Brennero e tutto il resto e poi se uno alle 3 di notte, a Roma, pianta il chiodo nel posto sbagliato tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone». Perciò, ha concluso Salvini, «ho chiesto nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro, e quando ci sarà questa conclusione, lo saprò e lo saprete. Ho anche chiesto una verifica delle centraline di alimentazione in tutta Italia, perché non è possibile che un errore di un privato possa fermare tutta Italia».
Le ridondanze tecniche che hanno acuito il guasto
Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rfi, la società che gestisce l’intera rete ferroviaria del Paese ed è una controllata della capogruppo Ferrovie dello Stato, aveva spiegato in mattinata che si trattava di un «guasto alla cabina elettrica che alimenta il nodo di circolazione di Roma. Un guasto le cui cause sono in corso di accertamento. Un guasto raro perché si tratta di un impianto che ha delle ridondanze tecniche» e quindi l’effetto moltiplicatore su tutta la circolazione è stato immediato. Il top manager, gli va dato atto, recita il mea culpa ammettendo che «in momenti di grande congestione, come è il nodo di Roma, gli effetti che provocano questi guasti non sono accettabili e impediscono di garantire il diritto alla mobilità di persone». Secondo fonti di Rfi, il guasto «non è riconducibile ad un attacco hacker».
Aumento dei guasti dell’infrastruttura
C’è un’oggettiva saturazione della rete e basta vedere i numeri per scoprirlo. Che qualcosa non va lo dice proprio Trenitalia nelle pieghe del proprio bilancio annuale in una recente inchiesta del Corriere della Sera. «I valori di puntualità registrati nel 2022 (...) per il segmento AV risulta sotto obiettivo — si legge — si è registrata una flessione di performance più accentuata nei mesi centrali dell’anno, da ricondurre ad un generale incremento dei volumi del traffico e all’aumento dei guasti dell’infrastruttura e al materiale rotabile, correlati al caldo anomalo». Ma anche nel documento Quality Report di Italo si legge che le cause dei ritardi sono così distribuite: il 16,1% per cause esterne; il 61,4% per colpa di RFI; 13,1 per colpa di altre compagnie; il 9,3% a causa di Italo stessa. Quindi per Italo la colpa è soprattutto del gestore della rete.
Il traffico sulla rete è esploso
Numeri alla mano il traffico è letteralmente esploso: sulla tratta Milano-Roma si è passati da 1 milione di passeggeri del 2009 ai 3,6 milioni del 2023, e il numero dei treni da 16.439 è salito a 51.358.
Treni nel caos, un chiodo nel cavo ha causato il guasto alla cabina elettrica: così è andata in tilt Roma Termini
Il ministro Salvini spiega cosa è successo: un chiodo piantato in un cavo alle 3 di notte da lavoratori di una ditta privata ha mandato in tilt la cabina elettrica che alimenta il nodo di Roma. E la stazione Termini è andata nel caos
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