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Aeroporti, il pasticcio Ue sui nuovi scanner: dal 1° settembre torna il limite dei 100 ml sui liquidi a Milano e Fiumicino
Leonard Berberi
11-15 minuti
Bruxelles ha autorizzato gli scanner di nuova generazione alcuni anni fa. Ma ora ritira il via libera. L’associazione europea degli aeroporti: «Noi penalizzati, messa in discussione la fiducia sul sistema di certificazione dell’Ue»
Nel cuore dell’estate sugli aeroporti e sui passeggeri piomba un passo indietro clamoroso della Commissione europea. Gli scanner di ultima generazione — apprezzati dai viaggiatori (e dai gestori degli scali) perché consentono di portare nel bagaglio a mano liquidi, creme e gel di qualsiasi peso senza nemmeno tirarli fuori — dal 1° settembre dovranno introdurre gli stessi limiti previsti per i vecchi macchinari. All’interno del trolley, anche nelle strutture virtuose come quelle di Milano Malpensa e Linate e Roma Fiumicino, si potranno portare liquidi solo in confezioni da massimo 100 millilitri.
L’impatto sui Paesi Ue
La limitazione, introdotta a maggio su un particolare macchinario moderno come raccontato dal
Corriere, viene estesa ora a tutti i modelli dello standard C3 dei sistemi per il rilevamento di esplosivi nel bagaglio a mano (Edscb). Ed è destinata a creare non pochi disagi, pure organizzativi ai varchi di sicurezza degli scali che hanno installato questi dispositivi in Italia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Olanda, Svezia. Soprattutto perché questi erano stati approvati proprio dall’Ue e considerati attendibili.
Le limitazioni
«I sistemi conformi allo standard C3 progettati per lo screening del bagaglio a mano a cui è stato accordato il "marchio Ue" o lo status "in attesa di marchio Ue" prima del 1° agosto 2024 possono essere utilizzati per lo screening dei LAG (liquidi, aerosol e gel,
ndr) soltanto con un limite di screening del volume massimo dei singoli contenitori che non superi i 100 ml», si legge nei documenti ufficiali inviati alle società di gestione aeroportuale. Al momento, da quanto si apprende, si potranno lasciare dentro al bagaglio a mano computer portatili e altra elettronica.
Il precedente
Lo scorso maggio Bruxelles ha rivelato di aver «ricevuto informazioni tecniche indicanti che una configurazione specifica dei sistemi per il rilevamento di esplosivi per il bagaglio a mano conformi allo standard C3 non soddisfa le prestazioni richieste per quanto riguarda lo screening di liquidi, aerosol e gel». E per questo aveva previsto un limite di 330 ml per l’esemplare Hi-Scan 6040 CTiX realizzato dalla britannica Smiths Detection e l’algoritmo di rilevamento «20-50-00».
La decisione
Poco più di due mesi dopo ecco il passo clamoroso. «Le informazioni tecniche ricevute dalla Commissione e convalidate dagli Stati e dai laboratori Ecac (Conferenza europea dell’aviazione civile,
ndr) hanno evidenziato la necessità di riesaminare le configurazioni esistenti dei sistemi Edscb conformi allo standard C3». Per questo «a titolo precauzionale, al fine di preservare la sicurezza del trasporto aereo, è opportuno introdurre una limitazione del volume massimo dei singoli contenitori di liquidi, aerosol e gelche possono essere sottoposti a screening».
Lo stop differito
Uno stop che però non si applica da subito. «Poiché è necessario un periodo di tempo ragionevole per consentire agli aeroporti che utilizzano configurazioni di sistemi Edscb conformi allo standard C3 di preparare l’attuazione delle misure di attenuazione, è opportuno differire l’applicazione del presente regolamento al 1° settembre 2024». Da Bruxelles non forniscono ulteriori dettagli. Da quanto apprende il
Corriere da fonti Ue le autorità statunitensi avrebbero comunicato che alcune versioni dei software di questi scanner creerebbero problemi di «affidabilità» nelle confezioni superiori ai 330 ml.
Dalle società
«A causa di una modifica dei requisiti si rende necessario sviluppare una nuova metodologia di test comune», spiega al
Corriere un portavoce di Smitsh Detection, una delle società che realizza questi scanner di nuova generazione. «Ciò richiederà a tutti i fornitori della tecnologia di sottoporre i propri algoritmi a nuovi test». Un iter «iniziato nell’aprile 2024 — prosegue il portavoce — ed è stato condotto in modo sequenziale a partire dall’algoritmo di Smiths Detection. La Commissione Europea ha deciso di imporre una restrizione fino a quando tutti i fornitori e gli algoritmi non saranno stati testati e saranno conformi. Si tratta di un problema che riguarda tutto il settore e non è limitato alle apparecchiature Smiths Detection».
La nuova generazione
Questi scanner di ultima generazione dimezzano i tempi per effettuare i controlli. Grazie alla cosiddetta «smart security» queste macchine sono così sofisticate che riescono a fare la Tac a trolley, zaini, borse. Il bagaglio a mano viene controllato più velocemente e più in dettaglio perché il software riconosce direttamente eventuali esplosivi. E le immagini tridimensionali e ad alta risoluzione evitano al viaggiatore di aprirlo per mostrare ai varchi liquidi, creme, computer portatili o tablet depositati all’interno.
La vecchia generazione
Negli aeroporti che usano la vecchia tecnologia — ancora la maggior parte, in Europa e nel resto del mondo — gli scanner «classici» si basano sui raggi X che però non riescono a mostrare nel dettaglio il contenuto interno di un effetto personale. E per questo bisogna tirare fuori tutto, a partire dai dispositivi elettronici (pc portatile, tablet, ecc) e, soprattutto, ricordarsi che non è consentito portare nel bagaglio a mano i liquidi, a meno che non siano in boccette da massimo 100 millilitri.
La rabbia degli aeroporti
«La sicurezza non è negoziabile, è in cima alle priorità degli aeroporti europei e per questo rispetteremo la nuova restrizione», premette Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, l’associazione che riunisce gli scali del continente. «Resta però il fatto che quegli aeroporti che sono stati i primi ad adottare questa nuova tecnologia saranno pesantemente penalizzati sia operativamente che finanziariamente». Non solo. «La decisione di imporre ora restrizioni significative al loro uso — attacca Jankovec — mette in discussione la fiducia che l’industria può riporre nell’attuale sistema di certificazione dell’Ue per le attrezzature di sicurezza dell’aviazione».
I costi aggiuntivi
Gli scanner C3 costano in media 8 volte più di quelli di vecchia generazione e i costi di manutenzione sono 4 volte più elevati. E le limitazioni sono definite da Bruxelles come «provvisorie». «Si tratta di problemi temporanei e finché non saranno risolti, torneremo semplicemente alle pratiche che si applicano in assenza di queste macchine», fa sapere un portavoce della Commissione europea. Ma Aci Europe chiede «di sviluppare una roadmap con tappe precise per eliminare le restrizioni attuali e ripristinare la fiducia nel sistema di certificazione dell’Ue per le attrezzature di sicurezza dell’aviazione». Anche perché in questo modo verrebbe cancellato il principale vantaggio, si ridurrà il flusso di passeggeri ai punti di controllo che hanno installato gli scanner C3 e gli scali dovranno impiegare ulteriore personale.